La Corte dei Conti precisa la portata del principio di corrispondenza tra chiesto e pronunciato nel rito contabile
Corte dei Conti, Sez. nazionale, 13 giugno 2019, n. 139
Con la pronuncia dedotta in rassegna il giudice contabile precisa in modo perspicuo la portata del principio di corrispondenza tra chiesto e pronunciato di cui all’art. 112 c.p.c. nel rito contabile.
Detto canone si sostanzia nel potere delle parti, che propongono domande con l’allegazione dei fatti, di determinare l’ambito dell’oggetto del processo. Le parti lo esercitano con la proposizione delle domande stesse, ma più precisamente soltanto con l’allegazione e/o contestazione dei fatti costitutivi e/o fatti lesivi, escluso ogni rilievo a quella parte degli atti in cui i fatti sono riferiti alle norme giuridiche. Questo significa che il giudice deve giudicare su tutti i fatti che sono allegati o affermati nelle domande e soltanto su quelli (judex secundum alligata judicare debet), ma a quei fatti può applicare le norme di diritto che ritiene più adeguate, siano o meno indicate nelle domande.
avv. Marco Bruno Fornaciari