Finalmente, il decreto del Ministro dell’Interno (02 aprile), viene a completare la disposizione dei Comuni di contributi, per progetti di rigenerazione urbana.
Fondi per il decoro urbano e l’eliminazione del degrado sociale.
Si tratta di ridurre i fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale; vi è, inoltre, l’esigenza di migliorare la qualità del decoro urbano e del tessuto sociale ed ambientale.
Il decreto ministeriale approva il modello informatizzato di presentazione della domanda per il triennio 2021-2023.Può trattarsi di singole opere ovvero anche di un insieme coordinato di interventi, attingendo all’elenco delle opere incompiute. Le esigenze delle nostre comunità locali e la fantasia e progettualità dei loro Amministratori trovano un’ottima occasione di sostegno. È possibile finanziare anche interventi singoli su strutture pubbliche esistenti o su aree pubbliche, comprese altresì la demolizione delle opere abusive e la sistemazione delle aree pertinenti. Si espande anche il miglioramento del tessuto sociale ed ambientale e la qualità del decoro urbano con possibilità di sviluppo dei servizi sociali, culturali, educativi e didattici, con promozioni delle attività culturali e sportive. Viene finanziata pure la “mobilità sostenibile”.
Termini ristretti e rapidità di realizzazione – copertura delle spese di progettazione esecutiva.
Vi è quindi un ampio raggio di interventi che può rimettere in moto l’economia locale, coprendo anche le spese per la progettazione esecutiva. La varietà degli interventi deve risultare, però, prevista nella programmazione annuale o triennale degli enti locali, in conformità allo strumento urbanistico comunale. Una volta ottenuto il contributo, i Comuni potranno avviare le gare pubbliche per affidare i lavori entro 15 mesi (o 20 mesi per lavori superiori a € 2,2 miliardi); il termine viene differito di ulteriori 12 mesi se per realizzare l’intervento, occorra la progettazione esecutiva. Le domande dei Comuni dovranno essere, comunque, inviate entro il 4 giungo 2021. Siamo nella concreta operatività della terza fase della rigenerazione urbana. Vi è un nuovo modo di intendere e concepire l’area urbana e l’uso del territorio. Non è solo la ricostruzione di un edificio fatiscente; si tratta di rendere la città sostenibile, più a misura d’uomo, contrastando il frenetico ricorso al consumo del suolo edificabile; senza, però, penalizzare l’economia edilizia che potrà svilupparsi in una dimensione diversa, con il coinvolgimento delle energie vitali di operatori sociali, politici illuminati e professionisti esperti.
Le norme regionali, statali ed europee.
La rigenerazione urbana è al centro delle politiche della Regione Puglia già da tempo. I motivi sono diversi; vi è necessità di riqualificare parte della città anche di valore ambientale e culturale, di restituire un ambiente di vita dignitoso a famiglie che abitano in periferie prive di infrastrutture e servizi; di arrestare il dissennato consumo di suolo. Il concetto di rigenerazione, quindi, viene legato a strategie che devono essere messe a punto dai governi locali per affrontare e superare la situazione di crisi delle città contemporanee. In Puglia, la Regione si è fatta promotrice di iniziative volte a sollecitare gli enti locali per tali finalità; gli strumenti approvati dalla Regione sono tanti e complementari, vanno dai programmi integrati di riqualificazione delle periferie (PIRP) sino al primo “Piano Casa” e sino all’utilizzo del Fondo europeo di sviluppo regionale 2007-2013. La cornice normativa per convogliare gli interventi anche di matrice comunitaria nelle pratiche urbanistiche è stata la legge regionale n. 21/2008, che contiene norme per la rigenerazione urbana. È evidente l’obiettivo di trasformare la riqualificazione urbana da evento straordinario per zone e immobili fatiscenti ad attività ordinaria (e cioè: da intervento episodico a visione strategica). Si tratta, anche, di utilizzare una partecipazione sociale degli abitanti che sono profondi conoscitori dei propri ambienti di vita. In esecuzione di tale impostazione della Regione, oggi, in Puglia, vi sono stati già interventi di rigenerazione e molti spazi pubblici delle città storiche o contemporanee (strade, piazze, mercati, parchi, waterfront), sono stati restituiti agli abitanti come luoghi di relazione e socializzazione; questi sono importanti non solo per migliorare la qualità della vita ma anche per attrarre nuove popolazioni e generare nuove reti socio-culturali ed economiche laddove vi sia l’abbandono dei territori urbani da parte delle nuove generazioni. La rigenerazione urbana, anche a livello nazionale, con gli ultimi interventi sta producendo risultati e prospettive di rilievo; è sufficiente ricordare, a livello centrale, il noto decreto Sblocca Cantieri (D.L. 18.10.19 n. 32) che, oltre a rilanciare il settore dei contratti pubblici, si occupa proprio di rigenerazione urbana. L’ultimo decreto del Ministro dell’Interno rende, quindi, attuale e concreta la traduzione delle norme e dei progetti nella realtà di ogni territorio dei nostri piccoli e grandi comuni.
Articolo del Prof. Avv. Aldo Loiodice già edito su LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (18.4.2021)