In prossimità della scadenza (30 aprile) per l’invio del Pnrr alla Commissione Europea, il Consiglio dei Ministri svoltosi nella notte tra il 24 e il 25 aprile, ha dato via libera al Piano nazionale di ripresa e resilienza. Tra i diversi impegni presi per i prossimi cinque anni vi è anche la proroga del Superbonus 110% prevista fino al 2023. Si tratta di una ambiziosa strategia da parte del Governo per l’ammodernamento del Paese il quale intende aggiornare e perfezionare le strategie nazionali in tema di sviluppo e mobilità sostenibile, ambiente e clima, idrogeno, automotive, filiera della salute. Il PNRR consta di 318 pagine che pongono come punto di partenza diverse missioni di notevole importanza:
Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura;
Transizione ecologica;
Infrastrutture per una mobilità sostenibile;
Istruzione e ricerca;
Inclusione e coesione;
Salute;
Di seguito, si riporta una sintesi di alcune delle riforme che interessano il settore della pubblica amministrazione.
La semplificazione in materia di contratti pubblici. Il PNRR, per la ripresa a seguito alla diffusione del contagio da Covid-19, pone come obiettivo da perseguire la semplificazione delle norme in materia di appalti pubblici e concessioni al fine di ottenere una efficiente realizzazione delle infrastrutture per il rilancio dell’attività edilizia. Verranno semplificati i controlli della Corte dei Conti sui contratti, atteso che quest’ultimi hanno ad oggetto progetti finanziati con risorse dell’Unione Europea. Altresì, attesa la complessità della normativa vigente in tema di contratti pubblici, verrà introdotta una normativa speciale che sarà in grado di rafforzare le semplificazioni già varate con il decreto-legge n.76/2020. Dopo il 30 aprile verrà avviata l’iniziativa relativa alla predisposizione dei nuovi uffici per la contrattualistica presso i Ministeri, le Regioni e le città metropolitane tenendo conto della effettiva disponibilità di personale con competenze specifiche nelle varie amministrazioni.
La riforma prevista si impegnerà nel recepire le norme delle tre direttive UE (2014/23, 24 e 25), integrandole esclusivamente nelle parti che non siano self executing e ordinandole in una nuova disciplina più snella rispetto a quella vigente, che riduca al massimo le regole che vanno oltre quelle richieste dalla normativa europea, anche sulla base di una comparazione con la normativa adottata in altri Stati membri dell’Unione europea. In particolare, dovranno essere tenute in considerazione – per la loro rilevanza sul piano della semplificazione – le discipline adottate in Germania e nel Regno Unito.
Semplificazione e razionalizzazione delle normative in materia ambientale. A fronte delle procedure normative ambientali di lunga durata si prevede di sottoporre le opere previste dal PNRR ad una speciale VIA statale che sarà in grado di assicurare una velocizzazione dei tempi di conclusione del procedimento, demandando a un’apposita Commissione lo svolgimento delle valutazioni in questione attraverso modalità accelerate, come già previsto per il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC 2030). In ordine al rapporto tra la VIA e gli altri strumenti autorizzatori ambientali, verrà ampliata l’operatività del Provvedimento Unico in materia Ambientale (“PUA”), il quale, venendo a sostituire ogni altro atto autorizzatorio, dovrà divenire la disciplina ordinaria non solo a livello regionale ma anche statale.
Semplificazioni in materia di edilizia e urbanistica e di interventi per la rigenerazione urbana. Alla luce degli ostacoli burocratici all’utilizzo del Superbonus, segnalati dall’ANCI, dalla rete delle professioni tecniche e dalle associazioni imprenditoriali, verranno predisposti interventi mirati per accelerare l’efficienza energetica e la rigenerazione urbana.
Semplificazione delle norme in materia di investimenti e interventi nel Mezzogiorno. Verranno semplificate anche le norme sulle incentivazioni alle imprese localizzate nel Mezzogiorno, tenendo conto del negoziato in corso sulla Carta degli aiuti a finalità regionale. L’intento è di assicurare notevoli vantaggi soprattutto alle piccole e medie imprese insediate nelle aree meno sviluppate o depresse. Abrogazione e revisione di norme che alimentano la corruzione. Occorrerà semplificare le norme della legge n. 190/2012 sulla prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione e le disposizioni del decreto legislativo n. 39/2013, sull’inconferibilità e l’incompatibilità di incarichi presso le Pubbliche Amministrazioni e gli enti privati in controllo pubblico.
di Avv. Lucia Di Ciommo
(articolo già edito su Diritto&Economia Rubrica di approfondimento giuridico ed economico cartacea e web
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