Le foto? Riceverle e conservarle non è reato, ma diffonderle si
Mentre s’infiamma il dibattito sul “revenge porn”, le foto hot della grillina Giulia Sarti continuano a correre di smartphone. E sono soprattutto i giornalisti – da Paolo Mieli in giù (“le ho sul telefonino, me le hanno inviate degli amici”, ha dichiarato alla Gruber) – a finire nel mirino. Con quell’ombra gigantesca, di una possibile pubblicazione delle stesse sui rotocalchi a ingigantire ancora di più il problema.
E allora, anche a uso e consumo di qualche collega incauto, è bene domandarsi cosa disponga la legge in merito “Detenere le foto non è un reato – spiega il costituzionalista Aldo Loiodice – soprattutto se le abbiamo ricevute senza averne fatto richiesta. Il problema è nella loro diffusione che si configura come un abuso perché lede la dignità della persona”. E questo vale, a maggior ragione, per una pubblicazione sul giornale “Bene ha fatto il garante della privacy – sottolinea Loiodice – a esortare i media a non comportarsi come i social. Il codice civile, che è antico, ci spiega una cosa chiara: l’immagine deve essere tutelata